E’ una torta mantovana molto particolare e simpatica… ma forse si dovrebbe chiamare crostata… no, è meglio biscotto… buh, chiamatela come volete, è buonissima, croccante, anzi friabile e fragrante come un crumble, da gustare dopo un pasto fra amici accompagnata da un ottimo Moscato o Vin Santo o altro vino amabile, o anche con il tè delle 5, l’importante è portarla in tavola intera e, come vuole la tradizione, non si taglia col coltello ma bisogna dare un leggero pugno al centro per ridurla in pezzi, certo tutti disuguali, ma è proprio questo il gioco che diverte e coinvolge. Va da sé che non deve essere troppo spessa, altrimenti ci vuole un martello pneumatico e se anche questo può essere divertente per i commensali, non lo sarà per la padrona di casa che dovrà cambiare tavolo e tovaglia… E' una ricetta che appartiene alla antica cucina povera, lo prova il fatto che nella versione originale compare lo strutto e si usava solo farina di mais e nocciole al posto delle più care mandorle. E’ molto veloce da realizzare, quindi anche in presenza di ospiti improvvisi si prepara in pochi minuti, giusto il tempo di scaldare il forno. Ma si conserva bene, quindi si può tirare fuori dalla dispensa e servirla subito.